Memorie Alta Badia Balance 2018
L’inizio del festival – episodio I – parte ITooltip Text

Suona la sveglia, è il 7.6.18, il fatidico giorno è arrivato. Il tempo? Come le ultime settimane. Nuvole, sole, pioggia. Come andrà? Bella domanda!
Riusciremo a fare i workshop all’aperto come da programma? Le condizioni saranno comunque ottimali? La gente si sposterà da casa con la pioggia?
Pensieri, domande… ma si.. Tutto andrà bene, penso tra me e me, cercando di tornare ai miei compiti.

 

Ricapitolando quali sono le cose da fare, da dire, da spiegare, da ritirare e da portare ect. mi chiedo se i preparativi per un evento possano essere di natura infinita.
Quanto si può andare nel dettaglio prima che l’evento non diventi “troppo”? Evitando allo stesso tempo che sia troppo poco? Quanti livelli e possibilità ci sono? Come si individua l’essenziale, evitando di tralasciarlo abbagliati dai “dettagli”? Cos’è essenziale? Cosa non lo è?
Mi ripeto che ormai quel che è fatto è fatto. Tutto andrà come deve andare, ognuno vivrà ciò che ha da vivere e chi avrà bisogno di essere al Balance, sarà al Balance.

 

E all’improvviso sono già le 16:30, è ora di andare alla Casa della Cultura per la prima serata del festival Alta Badia Balance 2018. Carichiamo le ultime cose in macchina e andiamo a La Villa.
Alle 20:00 é previsto il seminario “Agopuntura e riflessologia: due tecniche messe a confronto” con Ilona Bauer di Castelrotto e Fiorenzo Libero di Padova.
Sono le 19:30, ed è tutto pronto per il seminario-intervista, per l’inaugurazione del festival e per la festa d’inaugurazione con una sessione di vinili di Tnt Aleonce.

 

Perfetto. Ultime istruzioni ai miei preziosi alleati, al mio fortissimo team, pieno di splendide persone che si sono fatte in quattro per aiutarmi a rendere quest’evento realtà, e si parte.

 

Dopo l’interessante intervista con seminario sulla psicologia negli sport estremi a ex-atleti freestyle (con Mariapia Ghedina, Marco Grigis e Lukas Schäfer) fatta al Festival Alta Badia Balance 2017, ho pensato che sarebbe stato bello riproporre un altro seminario-intervista.
A dicembre, quando ho proposto l’idea di fare un confronto di queste due pratiche di salute al Cunsëi de Formaziun de Badia – che ha accettato di sostenere quest’iniziativa aiutandoci inoltre con altri due seminari – non avevo ovviamente ancora realizzato che avrei fatto da moderatrice in un confronto di argomenti importanti come questi, ritrovandomi su un palco a parlare con un medico di medicina interna specializzata in agopuntura e medicina cinese e con un esperto di filosofia macrobiotica, terapista del piede On Zon Su. I casi della vita.

 

Non c’é stato tempo per prepararsi o decidere il succedersi della serata. Non c’è stato il tempo di pianificare o di preparare grandi discorsi.
L’obiettivo però era chiaro. Introdurre il pubblico al Festival del 2018 donando da una parte, una panoramica su queste due discipline abbastanza rinomate ma a sé stanti e dall’altra far riflettere su come tutto è connesso e ramificato. Su come tutto sia simile e vada a guarire la stessa cosa. Come dal tangibile si possa lavorare sull’intangibile e come dal fisico si stimoli il non fisico. Come il non fisico possa provocare dolori fisici e come un ago o un massaggio ai piedi possa andare a sbloccare determinati blocchi energetici. Facendo luce su quanti siano i livelli su cui si può lavorare per risolvere malesseri di qualsiasi genere. Rendendo ovviamente tutto il più chiaro possibile, in modo da rendere l’argomento comprensibile a tutti, anche a mia nonna che se non capisce si annoia e si addormenta. ☺

 

Dal momento in cui sono entrata in quella sala, tutto è strepitosamente andato come doveva andare, seguendo l’impulso del qui e dell’ora, in cui invece di stupirti e subire, attivamente crei, vivi, partecipi e cambi la tua realtà in base a ciò che intendi e sei destinato a vivere.

 

È stata una bella chiacchierata. Molto interessante e molto intensa. Gli ascoltatori sono stati attenti e ci hanno seguiti fino alla fine, facendo domande e infine provando il trattamento del piede On Zon Su che è stato offerto poi anche nel intero corso del Festival, da Fiorenzo.

 

Subito dopo, con ottima birra artigianale, amici e musica, abbiamo brindato a questo nuovo inizio e finalmente.. dopo ore e ore ho realizzato che la prima sera era andata
e seppur l’agitazione per i giorni seguenti fosse nell’aria, regnava la “buena onda”.

 

Nuovamente seguire il flusso degli eventi, mantenendo calma e attenzione per tutto ciò che accade e reagendo in modo attivo allo svolgersi degli eventi, ha fatto si che la serata avesse successo e il festival iniziasse bene.

 

Essere organizzati a tutto è necessario e aiuta, ma confido nel “flow” perché è quando non siamo nel flusso che le cose diventano complicate e impegnative.
D’altronde è così che tutto è nato. Seguendo quell’impulso, quella voglia di fare, sperimentare, mettersi in gioco, creare qualcosa di nuovo, ma specialmente aprire nuove porte, nuovi orizzonti a tutti coloro che cercano l’occasione per farlo.
Diciamocelo. È stato un buon inizio. Grazie a tutti coloro che sono stati con noi!

 

Ah giusto per la cronaca… mia nonna non si è addormentata e ha capito tutto…!!!
Direi che l’obiettivo è stato raggiunto! ☺

 

Da Alexis’s memories – Alta Badia Balance 2018